Il Rettore sfiduciato anche dal Cda

TERAMO – La conferma è arrivata dalla votazione del Consiglio di amministrazione di questa mattina: il Rettore dell’Università di Teramo non ha più la maggioranza nemmeno in Cda. Lo dicono i numeri, quei 10 voti favorevoli che la proposta del Magnifico ha ottenuto, su 21 presenti. Contro di lei hanno votato in 7 e 4 si sono astenuti. Rita Tranquilli Leali aveva chiesto di votare l’ipotesi di andare avanti nella seduta, nonostante alcuni atti all’ordine del giorno avessero bisogno del parere vincolante del Senato accademico, che non c’è in quanto tecnicamente la seduta del senato, quella in cui lo stesso Rettore veniva sfiduciato dai colleghi, non è stata mai chiusa. Oggi sarebbe mancata, secondo la lettura offerta dei membri del Cda che hanno votato la sfiducia, anche la volontà da parte del Rettore, di ricomporre un dialogo con l’Ateneo e il Senato: il Magnifico è infatti andato avanti sulla sua linea, ignorando la richiesta di ulteriori tempo per ottenere il parere favorevole del Senato accademico su quei provvedimenti rimasti "in sospeso". Un rispetto, quello verso il Senato ritenuto "doveroso" dagli oppositori ed emerso nelle dichiarazioni sintetizzate in un documento presentato dalla docente Lucia Scianella, membro del Cda. Linea che di fatto è prevalsa e che ha decretato lo scioglimento della seduta che prelude alla riconvocazione di un nuovo Senato accademico. E’ presumibile che il rettore (che sui provvedimenti ha già ricevuto dal Senato 8 voti contrari su 10) riceva una nuova bocciatura: circostanza che non implica direttamente il decadimento automatico del ruolo del Magnifico (visto che l’Ateneo per il momento è in attesa di un pronunciamento del Ministero sul nuovo Statuto e sulla ricomposizione degli organi) ma che certo segna una frattura che non ha possibilità di essere sanata.